Caso FFI: assemblea delle Suore con il Vaticano. Padre Siano: dovevano pensarci prima

Riportiamo integralmente la lettera che padre Paolo Maria Siano, frate francescano dell’Immacolata rimasto fedele ai Fondatori, ha inviato al vaticanista Marco Tosatti riguardo l’ultima novità sul ramo femminile dell’Ordine.

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La desacralizzazione dell’Ultima Cena: dall’Eucaristia all’osteria

In questo brevissimo editoriale vogliamo riflettere, insieme a voi, su qualcosa di grave che sta avvenendo sotto i nostri occhi e che è sempre più chiara perché se il diavolo fa le pentole, non fa i coperchi!

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Il grido di dolore di un cattolico: la “chiesa di Francesco” ha abbandonato i deboli e gli innocenti

È davvero incredibile (c’è chi la chiama casualità) quando ci sono delle “coincidenze” che non per nulla, invece, osiamo dire che sono veri e propri interventi provvidenziali. E’ il caso della Lettera commovente e drammatica resa pubblica dal dott. Marco Tosatti, clicca qui, diretta al santo Padre Francesco. Non una polemica, ma “un grido di dolore”, domande, sconcerto, incomprensione…

L’aspetto provvidenziale sta nel fatto che noi, qualche giorno fa, abbiamo fatto un’articolo dal titolo chiarissimo: “Gli scandali che non scandalizzano papa Francesco“. Il Papa in una Omelia del mattino si lamentava dello scandalo dato dai cattolici praticanti nelle parrocchie che, dopo essere stati a Messa, magari poi chiacchierano troppo sparlando di altri, si comportano incoerentemente e così scandalizzano tanti (???) cristiani che si allontanano dalla Chiesa e l’abbandonano per colpa loro. Punto. Per Papa Francesco gli scandali nella Chiesa, gravissimi, sarebbero solo questi.

Nel nostro Editoriale riflettevamo, invece, anche su altri gravi scandali che il Papa omette, ossia, quei cattolici scandalizzati dall’apostasia in corso nella Chiesa e per la quale non solo il Papa non fa nulla per frenarla, ma sembra proprio appoggiarla o, comunque, sembra approvarla attraverso le nomine di persone che sono eretici ed apostati, e come tali si comportano. Ed ecco per noi che – la Lettera pubblicata da Tosatti – è proprio una Provvidenza perché viene a confermare questo “grido di dolore” spacciato sempre e solo come provocazione, antipapismo, anti-Francesco.

Per questo vogliamo condividere questa Lettera aperta, farla nostra, invitando queste persone, però, a non scoraggiarsi, a non mollare, a NON USCIRE MAI DALLA CHIESA. Il dolore, una croce, una sofferenza, non deve mai trasformarsi per noi in disperazione, mai in abbandono. Preghiamo gli uni per gli altri perché questa è e sarà la sorte del “piccolo gregge”: piccolo, in pochi, magari anche malamente organizzati, senza strutture e senza fondi, espulsi, confinati nelle nuove catacombe e chi vive in Cina da cattolico veramente papista ne sa qualcosa, allontanati per amore o per forza dalla falsa chiesa “patriottica”….

Buona lettura.

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Papa Francesco dice no ai cellulari durante la Messa, ma parla di teofania e non di transustanziazione

Finalmente! Siamo davvero felici di poter condividere l’appello sonoro di Papa Francesco a riguardo dell’uso dei cellulari durante le Messe, ecco le sue parole ufficiali pronunciate all’Udienza di mercoledì 8 novembre: «Oppure, perché a un certo punto il sacerdote che presiede la celebrazione dice: “In alto i nostri cuori?”. Non dice: “In alto i nostri telefonini per fare la fotografia!”. No, è una cosa brutta! E vi dico che a me dà tanta tristezza quando celebro qui in Piazza o in Basilica e vedo tanti telefonini alzati, non solo dei fedeli, anche di alcuni preti e anche vescovi. Ma per favore! La Messa non è uno spettacolo: è andare ad incontrare la passione e la risurrezione del Signore. Per questo il sacerdote dice: “In alto i nostri cuori”. Cosa vuol dire questo? Ricordatevi: niente telefonini».

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San Bruno di Segni, il vescovo che resistette a papa Pasquale II

Rivolgendosi direttamente al Papa Pasquale II, San Bruno, vescovo di Segni e abate di Montecassino, afferma: «I miei nemici ti dicono che io non ti amo e che sparlo di te, ma mentono. Io infatti ti amo, come devo amare un Padre e un signore. Te vivente, non voglio avere altro pontefice, come assieme a molti altri ti ho promesso. Ascolto però il Salvatore nostro che mi dice: “Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me”. “(…) Devo dunque amare te, ma più ancora devo amare Colui che ha fatto te e me» (Mt. 10-37). Con lo stesso tono di filiale franchezza, Bruno invitava il Papa a condannare l’eresia, perché «chiunque difende l’eresia è eretico» (Lettera Inimici mei, in PL, vol. 163, col. 463 A-D).

(fonte: corrispondenzaromana.it)

Quando la Chiesa diventa ostaggio e schiava del mondo

Non si tratta di una semplice valutazione del caso Medjugorje o della canonizzazione del beato cardinale Alojzije Stepinac che, a seguir attentamente le parole del Segretario di Stato il cardinale Parolin, clicca qui, hanno tutta la loro ragion d’essere, quanto purtroppo nel meccanismo che si è creato e che rende palese uno stato grave in cui la Chiesa si rende così schiava ed ostaggio del parere del mondo.

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Un teologo scrive a papa Francesco: c’è caos nella Chiesa, e lei ne è una causa

Padre Thomas G. Weinandy è teologo tra i più noti e stimati e vive a Washington nel Collegio dei Cappuccini, l’ordine francescano al quale appartiene. Lo scorso mese di maggio, mentre si trovava a Roma per una sessione della commissione, sentì sbocciare in sé l’idea di scrivere a Francesco una lettera aperta. Pregò a lungo, anche sulla tomba di Pietro. Chiese a Gesù di aiutarlo a decidere se scrivere o no la lettera e di dargli a tal fine un segno… E il segno arrivò il giorno dopo, identico a quello che lui stesso aveva invocato nella preghiera. Confortato dal Cielo, padre Weinandy scrisse dunque la lettera. A metà estate la fece arrivare a papa Francesco. E oggi, festa di Tutti i Santi, la rende pubblica, negli Stati Uniti sul portale di informazione religiosa Crux e a Roma, in quattro lingue, su Settimo Cielo.

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Dal federalismo dottrinale alla devolution liturgica. Papa Francesco rompe con i suoi 265 predecessori

Aiutiamoci a capire cosa sta accadendo. La Liturgia cattolica cambierà, verso una “torre di Babele” (decentramento), contro l’insegnamento della Tradizione nella Chiesa che si espresse inequivocabilmente in tutti questi secoli.

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Caro Galantino, lasci stare lo Spirito Santo e vada a zappare!

Al monsignore non bastavano le super-cazzole, adesso ha pure bestemmiato.

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