Amoris Laetitia, quattro cardinali scrivono a papa Francesco

Quattro cardinali di Santa Romana Chiesa, Walter Brandmuller, Raymond Burke, Carlo Caffarra e Joachim Meisner, hanno scritto al papa regnante chiedendo chiarimenti riguardo l’Amoris Laetitia: non avendo ricevuto nessuna risposta, hanno deciso di rendere pubblico il loro appello.

«Il Santo Padre ha deciso di non rispondere. Abbiamo interpretato questa sua sovrana decisione come un invito a continuare la riflessione e la discussione, pacata e rispettosa. E pertanto informiamo della nostra iniziativa l’intero popolo di Dio, offrendo tutta la documentazione. Vogliamo sperare che nessuno interpreti il fatto secondo lo schema “progressisti-conservatori”: sarebbe totalmente fuori strada. Siamo profondamente preoccupati del vero bene delle anime, suprema legge della Chiesa, e non di far progredire nella Chiesa una qualche forma di politica…» (vedi qui tutta la pubblicazione ufficiale fatta da La Nuova Bussola quotidiana).

Francesco non risponde a chi difende la Dottrina

Con queste parole drammatiche e che non possono lasciarci indifferenti, ben quattro cardinali si sono esposti ad un linciaggio mediatico, a seconda di certe tifoserie (nonché all’ira di Papa Francesco), per offrire a NOI fedeli Laici, piccolo gregge, membra afflitte di una Chiesa dottrinalmente alla deriva, ed ora anche senza LA VOCE del Vicario di Cristo che ha deciso di “non rispondere”, un messaggio chiaro e forte.

E stiamo bene attenti: qui non si mette in discussione l’autorità del Pontefice, al contrario, la si cerca, la si invoca, la si chiama in causa in un profondo rispetto, ma anche con la trepidazione che deve caratterizzare i veri credenti. Certo, c’è la “sovrana decisione” di avvalersi di non rispondere ma… trattandosi di un Pontefice molto particolare e che concede udienze e telefonate a chiunque, che telefona personalmente a Scalfari (vedi qui) per tenerlo informato dei suoi pensieri, ben sapendo che questi verranno resi pubblici senza essere smentiti o corretti; ben sapendo come si presta all’uscita mensile di qualche libro che parli di lui e di cosa pensa (firmando interviste o prefazioni), suscita perplessità e smarrimento che a domande così esplicite di dottrina, richieste con umiltà e carità, egli decida di non rispondere, preferendo lasciare il gregge in balia delle mille interpretazioni arbitrarie su un documento papale.

Noi che non siamo preti, o vescovi o cardinali, diciamo che il Papa Francesco “non vuole rispondere”, e laddove è condivisibile – con la carità dei quattro cardinali – che il Papa lo abbia deciso perché vuole che il testo susciti riflessioni e discussioni, pacate e rispettose, più laicamente diciamo anche che il Papa non vuole rispondere perché non può, semplicemente perché non può.

Se lo facesse, infatti, dovrebbe riconoscere che il suo pensiero personale, non in linea con la dottrina della Chiesa sulla disciplina dei due Sacramenti in questione, ed anche il Sacramento della Confessione, è entrato troppo sfacciatamente dentro un Documento magisteriale papale e che si è trattato di “un errore”… Infatti non era mai accaduto nella storia della Chiesa che un testo ufficiale papale spaccasse così l’unità dottrinale della Chiesa. Basterebbe davvero che il Papa si mettesse lì a correggere alcune affermazioni ambigue, ma questo significherebbe ammettere e riconoscere che il suo pensiero è rottura con la dottrina, ed egli non vuole questo, ma che nelle riflessioni e nelle discussioni, questo suo pensiero, si possa cattolicizzare, armonizzare in qualche modo, andando a modificare la dottrina nella famosa “prassi”. Del resto lui è fedele al programma gesuitico modernista di “ammodernamento della Chiesa” di Pedro Arrupe di cui è stato fedele allievo, sulla scia teologica dell’altro gesuita Karl Rahner.

Karl Rahner
Karl Rahner

Insomma, questa Lettera dei quattro cardinali susciterà l’ira di Papa Francesco perché a lui le cose andavano bene così. Andavano bene, e vanno bene, come lo hanno interpretato i suoi vescovi argentini, come ha ben spiegato qui Sandro Magister, e persino lo stesso padre Giovanni Cavalcoli, teologo domenicano, che lo ha spiegato qui.

Fa pensare infatti che, alla richiesta dei presuli argentini al Papa di come andasse interpretata l’A.L. il Papa ha prontamente risposto loro, mentre ai quattro cardinali ha deciso di non rispondere. Il perché è chiaro. I presuli argentini non hanno chiesto di “correggere” alcune ambiguità contenute nel testo, ma hanno richiesto una conferma alla loro interpretazione – errata – del documento. Papa Francesco non ha perso tempo inviando loro però una lettera PRIVATA, ossia privata di ogni autorità legislativa come spiega bene Padre Cavalcoli (il quale, tra l’altro, è favorevole ad ammettere ai sacramenti i divorziati-risposati che non vivono “come fratello e sorella”) con queste parole drammatiche: “Il contenuto della lettera del Papa è quindi di per sé in linea col suo potere giurisdizionale, tuttavia difetta nella forma giuridica, per cui, se non avviene una sanatio formale, essa è giuridicamente invalida, per il motivo che ho detto e che ripeto: la lettera del Papa non è un’interpretazione, ma un mutamento della legge. Mentre l’Amoris Laetitia proibisce la Comunione con la suddetta restrizione, la lettera la ammette…”.

Così ci troviamo davanti ad una forma di schizofrenia di cui si accennava qui: da una parte abbiamo il magistero del Papa, che si limita a pensieri ambigui, dall’altra il suo pensiero affidato a lettere private, telefonate, interviste, che di fatto dicono il contrario della dottrina cattolica, andando a modificare la prassi. Naturalmente noi continueremo a seguire il Magistero ufficiale del Pontefice interpretandolo con il Catechismo della Chiesa a portata di mano, ma come ignorare l’accorato appello dei quattro cardinali?

Il Papa non può rispondere ai quattro cardinali perché loro non hanno chiesto di confermarli nell’errore interpretativo, ma hanno chiesto chiarezza dottrinale e correzione degli errori di interpretazione. Resta ora il difficile compito di come interpretare questo – assai poco caritatevole e poco umile – gesto di un papa tutto votato a dare segni mediatici di misericordia e porte e finestre spalancate, improvvisamente chiuse e sbarrate laddove qualcuno si azzardasse a parlare di sacra Dottrina. (Vedere qui i “Dubia” esposti al Papa dai quattro cardinali.)

Nei quattro cardinali sembra di rivedere la scena descritta da Giovanni quando Pietro, dopo che Gesù aveva spiegato il mistero dell’Eucaristia, vedendo “molti discepoli” allontanarsi, andarsene, vuole richiamare l’attenzione di Gesù: “Signore, il tuo linguaggio è duro e molti se ne vanno…” (Gv 6,66-70), Gesù non dice a Pietro di aver capito male e di bloccare i discepoli che non avevano capito, ma sorprende ancora una volta come solo Dio vero sa fare: “Volete andarvene anche voi?”. Non che Pietro avesse capito il mistero dell’Eucaristia, ma comprende che solo Lui ha parole di vera vita e così si profuse in quell’abbondante professione di fede.

Qui la situazione ovviamente si capovolge. I quattro cardinali non sono Pietro, e non sono i discepoli che se ne vanno. Sono piuttosto coloro che ancorati nella professione di fede di Pietro appena pronunciata davanti a Gesù, chiedono al suo Vicario in terra di aiutarli a capire che cosa sta accadendo. Ma Papa Francesco è ancora e sempre quel Pietro? Non vogliamo dare una risposta, constatiamo però che la risposta che egli dovrebbe dare a questi quattro cardinali, e dunque a tutto il popolo di Dio (e non suo), non arriva e non arriverà, perché questo Successore di Pietro ha deciso che delle cose, imposte dall’insegnamento di Gesù, vadano cambiate.

Il marxista “primato della prassi”

E poiché sa perfettamente che non è in suo potere modificare l’accesso ai Sacramenti – accesso stabilito dalla morale cattolica tratta dai Vangeli, dalle Lettere di Paolo, dalla Tradizione magistrale della Chiesa – ha deciso di farlo attraverso un “tacito consenso” di chi ha capito le sue reali intenzioni (la lettera ai presuli argentini esplicita questo) e di farle diventare “la prassi”.

Con un pronunciamento ufficiale questo cambiamento non sarebbe infatti possibile.

Curiosa è infatti l’altra scena del Vangelo quando Gesù, nello spiegare l’indissolubilità del matrimonio e il divieto al ripudio, scatena una risposta ai suoi discepoli che sa davvero di battuta: “Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi»” (Mt 19,10-12), anche qui Gesù non cerca accomodamenti, non fa compromessi, ed anche se con la sua risposta annuncia e prefigura il celibato dei preti, sono risposte utili anche a chi, divorziato, deve trovare la soluzione proposta data dal Vangelo e non dal mondo, e la Familiaris Consortio lo ha stabilito.

Pedro Arrupe
Pedro Arrupe

Non sappiamo come andrà a finire, non sappiamo le ritorsioni papali che questi quattro coraggiosi cardinali riceveranno, possiamo solo immaginare la gogna mediatica che subiranno dai lecchini di Bergoglio, possiamo solo immaginare che Papa Francesco continuerà ad usare canali non ufficiali per diffondere il suo vero pensiero e dare risposte a chi non è d’accordo con questo atteggiamento schizofrenico, lasciando che il suo magistero papale proceda nell’ambiguità, avvalendosi del famoso detto “purché se ne parli”…

Dal canto nostro noi abbiamo una sola soluzione al problema: interpretare questo magistero solo e sempre alla luce del Catechismo e dei testi papali di tutti i duemila anni di storia della Chiesa, senza compromessi, senza ambiguità e senza distorcere alcunché. E laddove riscontriamo passaggi ambigui, impossibili da cattolicizzare, metterli da parte, lasciarli andare alla deriva, non obbedire… Certo, questo atteggiamento è scomodo, è politicamente scorretto, non fa audience, o se lo fa è per arricchire i portafogli dei vaticanisti asserviti alla propaganda modernista della Chiesa, pronti a destabilizzare la Vera Chiesa di Cristo.

“Signore, e dove vuoi che andiamo? Tu solo hai parole di vita eterna”: è questo il grido che deve continuare ad animarci senza mai perdere la speranza, senza cedere allo scoraggiamento, e questo vale per ogni condizione in cui il vero credente viene a trovarsi. Sono infatti le parole di Gesù che risanano, animano, danno vita, incoraggiano, correggono, ammaestrano, e tutto ciò che si allontana – anche sotto la parvenza di buona fede e di buone intenzioni – va lasciato andare per la strada larga che si vuole percorrere, trovando il coraggio di procedere per la via stretta e sassosa anche con soli quattro cardinali, fra gli oltre duecento, che hanno trovato il coraggio di prendere questa croce e procedere lungo il calvario per sostenere non le masse inibite dalla sponsorizzazione mediatica e spesso dall’ignorare le Parole di Gesù, ma per fiancheggiare il piccolo gregge del quale, dice Gesù: Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono (Gv 10,27), e questo non vale solo per i Laici, ma anche per il Clero, per i vescovi, i cardinali, i papi, i primi a dover dare questa testimonianza.

10 pensieri riguardo “Amoris Laetitia, quattro cardinali scrivono a papa Francesco

  1. Mah! io la vedo così. Bergoglio, se ci avete fatto caso, tende ad avere interlocutori che stima al di sotto del suo livello, tutti quelli che in qualche modo gli stanno sopra o gli fanno ombra, tende a scansarli dal suo fianco. Andate a sfogliare le foto ufficiali, dico ufficiali, e vedrete che in tutte le visite apostoliche ha tolto dal suo fianco vescovi e cardinali, a differenza dei suoi predecessori, anche nelle interviste sull’aereo, non c’è più neppure il Segretario di Stato al suo fianco, tanto per quel che vale e conta Parolin.
    Ma ad ogni modo è il suo modo di agire così, non rispondendo, agli interlocutori che in qualche modo lo mettono a disagio, e questi cardinali hanno messo in discussione un suo testo che, appoggiato e sostenuto da persone incompetenti, ma obbedienti alle sue scelte, non gli creavano alcun problema. Così ha risposto positivamente alla lettera dei vescovi argentini a lui favorevoli, così tace alla lettera di 4 cardinali che hanno osato contraddirlo, o che con il loro scritto hanno confermato che esistono gravi distorsioni dottrinali quando, molti altri vescovi, andavano dicendo che tutto era a posto per la gioia del papa.
    L’unica ritorsione che farà, sarà isolare i 4 alti prelati di cui non dimentichiamo tre sono già emeriti se non mi sbaglio e per Bergoglio stanno già violando il suo MP che dice che gli emeriti devono tacere, alla faccia della collegialità che deve essere solo passiva.

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  2. Temo il linciaggio che subiranno questi coraggiosi cardinali ma mi fanno pena tutti gli altri che non osano prendere posizione. Purtroppo si e’ capito che i ” misericordiosi ” usano la misericordia a loro discrezione.

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  3. Ma a noi servono quegli emeriti, eccome. Il papa forse dimentica che deve rendere conto a noi della sua pseudo-dottrina, non si rende conto che anche noi laici potremmo diffidarlo in pubblico ( e non sono pochi quelli che già lo fanno in diversi blog).

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    1. No un momento! 🙂 mi permetto di intervenire sul contributo di Mary perché noi LAICI NON possiamo affatto “diffidare il Papa”…. stiamo attenti… Certo in passato era il popolo romano (quando il popolo contava per davvero e non come oggi che conta solo nel politichese e nella propaganda di sinistra, ecc… con la teologia del popolo), dunque in passato era il popolo e solo quello romano, nel primo millennio, che faceva il bello e brutto tempo se un Papa non piaceva, mi pare che pure Papa Paolo IV (non vorrei sbagliarmi coi numeri) se la vide brutta…. Ma dopo, con le regole del conclave e l’assetto del collegio cardinalizio, al popolo (ed oggi vediamo come questa scelta fu provvidenziale) non è dato di scegliere più il proprio vescovo di Roma….
      DIFFIDARE poi un Pontefice in pubblico, oggi, non è affatto auspicabile, sarebbe la devastazione del PAPATO… 😦
      Bene insegnava già Santa Caterina da Siena ai suoi tempi la difesa del legittimo Pontefice regnante, anche se non era uno stinco di santo 😉 Caterina da Siena difendeva il PAPATO e il ruolo del Pontefice, da qui il suo amore al di la delle antipatie o simpatie e addirittura al di la anche dei guai che certi Pontefici facevano, e si che ne combinavano….
      I quattro Cardinali si sono mossi benissimo 😉
      Seguiamo il loro esempio alla lettera…. ma non seminiamo messaggi contrastanti atti a penalizzare la Sede Petrina, questa va difesa dai Laici a costo della propria vita….. sono i Vescovi e i Cardinali che si devono muovere e, nella lettera, i cardinali sottolineano che scrivono a nome di “molti vescovi”…. perciò preghiamo, preghiamo per il Papa e ascoltiamo i Pastori saggi.

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      1. Cara LDCaterina63, apprezzo sempre la tua competenza.
        Sulla questione laici-papa mi vengono da dire alcune cose:
        – il papa di turno coincide e si sovrappone col ruolo petrino in toto, MALGRADO TUTTO e A QUALSIASI COSTO?
        Se la risposta è sì (e qualcuno lo dovrà dire con chiarezza) allora l’unico atteggiamento possibile è la rassegnazione di fronte all’ineluttabile.
        Se la risposta è no (e non risulta che N.S.G.C., con la consegna simbolica delle chiavi a Pietro, gli abbia dato anche patenti di incriticabilita’, visto qualche ruvidissimo rimprovero di Gesù di fronte a svarioni di Pietro, pur se fatti in buona fede.
        Certo noi non siamo N.S.G.C., men che meno noi laici, ma la difesa del PAPATO di fronte a un papa ‘deragliante’ come l’attuale A CHI TOCCA? (sempre che a qualcuno dedebba toccare).

        Tu parli giustamente dei Vescovi e dei Cardinali, ma se le cose stanno precipitando sfrontatamente a rotta di collo (ormai c’è una ‘novità’ all’ora, e sempre più grave) forse significa che il potere di costoro non è esattamente efficace, almeno nel medio periodo.
        Sappiamo che il timone della barca è in mano a Nostro Signore ma, se noi tutti christifideles fossimo esonerati dall’intervenire a domare l’incendio, i quattro ultimi Cardinali – Dio li benedica e li protegga – non si sarebbero certo presi la briga di esporre così articolatamente al papa i Dubia che permangono sul tavolo (lettera di fronte alla quale papa Bergoglio ha fatto spallucce, non degnando gli scriventi di una risposta).

        A scanso di equivoci tengo a dire che a me personalmente papa Bergoglio NON è, o non era, antipatico (lo difesi pubblicamente quando, all’inizio, girarono voci di una sua collusione col regime dittatoriale argentino, mai peraltro veramente chiarita).
        Ora è un altro paio di maniche, visto che Bergoglio ce la sta mettendo tutta per ridurre a strame il nostro Deposito della Fede.
        Chiudo qui anche se di cose da dire ce ne sarebbero mille.

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  4. Forse ho sbagliato il termine per dire ciò che penso: per diffidare intendo affermare anche in pubblico che questo papa (non il papato ) ci sta portando fuori strada, dobbiamo stare attenti a quel che dice, perché potremmo fare dei peccati mortali ad esempio se su certi capitoli della A.L. crediamo siano Magistero le sue affermazioni.
    Spero di essermi spiegata.
    Voglio dire: se la S.Comunione era peccato prima, lo è ancora oggi nonostante nella A.L. si tenti di approvare il contrario.

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    1. Indubbiamente sì, Mery: ciò che era peccato ieri, è peccato anche oggi e… la disciplina che regola chi possa ricevere o meno l’Eucaristia, vale per TUTTI, non ci sono vie privilegiate o caste di privilegiati 😉 e questo non perché la Chiesa è “cattiva” o peggio, la Chiesa di “ieri” fosse cattiva, ma perché chi “mangia e beve del Corpo e Sangue del Signore in stato di peccato, firma la sua condanna….” come spiega san Paolo, per questo la Chiesa ha posto come disciplina il DIVIETO di assumere l’Eucaristia IN STATO DI PECCATO…. e questo vale PER TUTTI i battezzati, nessuno escluso….. Il sesto Comandamento, come tutti gli altri e 9, non sono cambiati e non cambieranno MAI e valgono per TUTTI…..

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